India: Sikkim (Ottobre 2023) di Samuele Poletti
Lo scorso ottobre, Elie Jaumin ed io abbiamo partecipato alla British-Swiss-Polish North Sikkim Expedition 2023, con l’obiettivo di effettuare alcune prime ascensioni di cime intorno ai 6000 m nell’alta valle dello Yumthang. Per la nostra cordata, l’obiettivo principale era la parete nord di una prominente montagna che sovrasta l’alto ghiacciaio Brumkhangse, fino a quel momento ancora inesplorato.
Una volta raggiunto il campo base a circa 3900 m s.l.m., siamo stati colpiti dal maltempo, che ha destato non poca preoccupazione. Tuttavia, poiché la valle dello Yumthang è stata fortunatamente risparmiata dalle inondazioni che hanno causato morte e distruzione più a valle – le cui conseguenze disastrose abbiamo potuto tristemente constatare sulla via del ritorno – abbiamo deciso di restare e continuare la nostra spedizione.
Dopo alcuni giorni di inattività in un campo base sempre più umido e paludoso, previsioni meteorologiche un po’ più ottimistiche ci hanno spronato a iniziare la nostra esplorazione. Seguendo un’esile traccia attraverso la fitta giungla di rododendri abbiamo raggiunto un bel lago ad un’altezza di 4600 m, dove ci siamo accampati la prima notte. Da lì, abbiamo capito che l’unico modo per raggiungere il sistema glaciale superiore era quello di risalire una ripida morena, che fortunatamente presentava alcune linee di debolezza attraverso le placche bagnate e scivolose. Ci siamo accampati una seconda notte sul ghiacciaio a 5150 m s.l.m., emozionati al pensiero che molto probabilmente eravamo i primi esseri umani ad essersi avventurati qui.
Prima che la finestra meteo si chiudesse, siamo riusciti a esplorare il ghiacciaio fino alla sua estremità superiore. Purtroppo, il facile valico che avrebbe dovuto condurci alla base della parete nord era bloccato da un’imponente parete di roccia di cui Google Earth e FATMAP non mostravano traccia. Nonostante i nostri sforzi, non siamo riusciti a trovare un accesso alternativo, costringendoci a riconsiderare i nostri piani. Inoltre, non c’era ghiaccio nelle nostre vicinanze, lasciando intuire che il tipo di scalata da aspettarsi sarebbe stata prevalentemente su neve inconsistente sopra granito di varia qualità. Siamo tornati al campo base un po’ delusi da quanto la nostra ricognizione aveva rivelato, delusione aggravata dall’ennesimo maltempo in arrivo.
Le temperature si sono abbassate drasticamente, così come il nostro morale, vedendo la neve cadere fino a poco sopra il BC. Qualche giorno dopo, con una nuova possibile finestra di bel tempo in arrivo, siamo ripartiti. Nonostante la maggior parte del percorso di avvicinamento fosse ormai sepolto sotto la neve, abbiamo fatto buoni progressi, e in un giorno siamo riusciti a montare il campo a circa 5200 m. La sera il cielo si è schiarito, regalandoci una magnifica notte stellata – l’unica che abbiamo visto in Sikkim. Il giorno seguente avevamo da percorrere solo 200 metri di dislivello per raggiungere un colle, da cui lanciare l’assalto finale al nostro obiettivo originario, anche se per una via diversa lungo la più breve parete nord-est. Raggiungere il colle si è rivelato un inferno, di gran lunga il giorno più faticoso che ho mai vissuto in montagna, prosciugando tempo ed energie nella neve alta fino alle ginocchia.
Lasciata la tenda prima dell’alba, alle prime luci del giorno ci incordavamo ai piedi della parete, con le estremità congelate dal freddo polare. Neve più o meno inconsistente su placche di roccia e alcuni interessanti passaggi di misto fino a M5 ci hanno portato sull’esposta cresta nord, seguendo la quale in breve siamo giunti in vetta. Sotto di noi un mare di nuvole si era gradualmente formato nel corso della mattinata. Abbiamo trovato ironico che il nostro sogno di scalare in Himalaya fosse stato costantemente minacciato dal tempo incerto, e ora, seduti sulla cima rocciosa a 5844 m, tutto ciò che potevamo vedere del Sikkim erano sempre e ancora nuvole! Abbiamo poi ripercorso la cresta a ritroso, da dove 5 lunghe calate ci hanno depositato nuovamente sul ghiacciaio sottostante.
Al rientro in tenda si è scatenato nuovamente il maltempo. Ora, però, non ci restava che tornare al campo base, dove il giorno seguente ci siamo riuniti con i nostri compagni di spedizione, anche loro felici di aver effettuato con successo alcune prime ascensioni nella zona. Non avendo più motivo di restare, qualche giorno dopo ci siamo finalmente lasciati alle spalle un BC innevato per dirigerci verso Gangtok e poi Darjeeling, che ci hanno offerto innumerevoli opportunità di riprenderci dalle fatiche delle ultime settimane. Dedico questa salita alla fantastica Sara Polverini, meravigliosa compagna di vita e di avventure.
Note tecniche: Sara Peak (5844m), parete NE e cresta N: via ‘Cloudy Dreams’ (D+, 300m, nuova via e prima salita della montagna) – Yumthang Valley (Nord Sikkim, India).
Si ringraziano l’Alpine Club Climbing Fund, la Mount Everest Foundation, e il British Mountaineering Council per il sostegno finanziario, e Montane per i materiali.
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